Il ciclo sessuale femminile e la riflessologia plantare
Il sistema che governa il ciclo sessuale femminile (che si protrae dalla pubertà alla menopausa) è il sistema endocrino, composto da ghiandole a secrezione interna secernenti ormoni che, immessi nel circolo sanguigno, raggiungono altri organi per regolarne la funzione. Gli organi che agiscono con funzione di ghiandole endocrine e che governano il ciclo mestruale sono principalmente l’ipotalamo, l’ipofisi e le ovaie. L’attività dell’ipotalamo va a stimolare l’ipofisi alla produzione di ormoni detti gonadotropine, FSH ed LH. Le gonadotropine sono così denominate perché hanno un’azione verso la gonade (dove le gonadi sono le ovaie nella femmina e i testicoli nel maschio).
Il ciclo sessuale femminile e “i suoi” ormoni
Pertanto l’FSH e l’LH hanno come “bersaglio” della loro azione le ovaie che a loro volta vengono in tal modo spinte alla produzione degli ormoni sessuali femminili veri e propri, cioè gli estrogeni e il progesterone. La durata di questo ciclo è variabile da donna a donna ed è mediamente di 28 giorni. Nei primi giorni del ciclo comincia la produzione ovarica di estrogeni (ma non di progesterone) sotto la spinta delle gonadotropine ipofisarie. Gli estrogeni hanno l’effetto di ripristinare la mucosa uterina (endometrio) consentendone la ricrescita dopo lo sfaldamento mestruale e determinando così la cessazione della mestruazione. Inoltre gli estrogeni avviano ogni mese la crescita di circa 15-20 follicoli nelle ovaie; uno solo di questi follicoli (follicolo dominante) andrà incontro a fisiologica “rottura” con liberazione dell’ovulo, in esso sviluppatosi (ovulazione). Tale fenomeno di rottura ovulatoria viene indotto da un picco di estrogeni particolarmente marcato.
Corpo Luteo
Dopo aver ovulato, il follicolo dominante si trasforma in un organello denominato corpo luteo con funzione endocrina di produzione di estrogeni e progesterone. Questi due tipi di ormoni sono necessari, in caso di fecondazione, per sostenere la mucosa uterina (endometrio) e la gravidanza nei primi mesi. Se invece l’ovulo non viene fecondato, il corpo luteo va incontro ad una regressione spontanea nel giro di 14 giorni. La regressione del corpo luteo porta con sé una caduta abbastanza brusca dei livelli dei suoi prodotti, estrogeni e progesterone, e questo fenomeno, a livello uterino, determina l’inizio di una nuova mestruazione, poiché l’endometrio cessa di essere stimolato da tali ormoni. E il ciclo continua.
Disturbi più frequenti del ciclo sessuale
Questo processo ciclico che avviene nel corpo della donna in età fertile può andare incontro a svariati disturbi che ne precludono il normale svolgimento e causare disagi più o meno pesanti a seconda dei casi.
Tra questi si annovera:
Amenorrea
Il termine amenorrea definisce l’assenza di flusso mestruale, che può essere anche di natura fisiologica: la pre-pubertà, la gravidanza, l’allattamento e la post-menopausa.
La cessazione del ciclo mestruale, al di fuori di queste fasi, può essere sia sintomo di una possibile condizione patologica sia conseguenza di cattive abitudini di vita.
L’amenorrea può essere di due tipi:
– primaria quando interessa una ragazza che raggiunti i 18 anni non ha ancora avuto la sua prima mestruazione
– secondaria quando si verifica l’assenza di mestruazioni (per un periodo di almeno tre mesi) in una donna che ha avuto un periodo di cicli spontanei regolari.
Cause dell’Amenorrea
La causa più frequente di amenorrea primaria è la pubertà ritardata che può avere un’origine ormonale o genetica; in alcuni casi, inoltre, tale condizione può essere la conseguenza della presenza di malformazioni congenite degli organi genitali.
L’amenorrea secondaria, che interessa un numero maggiore di donne, può essere riconducibile a molteplici cause che includono: malattie endocrine (per esempio, alterazioni dell’ipofisi o della tiroide), alcuni tumori, malattie genetiche o dell’apparato riproduttivo, malnutrizione o disturbi del comportamento alimentare, traumi, interventi chirurgici, malattie psichiatriche, assunzione di alcuni farmaci (per esempio tranquillanti e antidepressivi), stress emotivo, un intenso esercizio fisico.
La sindrome premestruale
O disforia, è un complesso di disturbi che precedono di alcuni giorni l’arrivo della mestruazione e che migliorano o scompaiono con il suo inizio. Mentre alcune donne, prima del ciclo mestruale, non presentano alcun disturbo rilevante, per molte di loro questo appuntamento rappresenta un vero problema, caratterizzato da: dolori, malessere, instabilità emotiva, irritabilità, depressione. A questi sintomi si aggiungono le difficoltà nelle relazioni interpersonali, per esempio un atteggiamento aggressivo con i propri familiari, litigi continui con il partner, essere impossibilitati a recarsi sul posto di lavoro, a causa delle accentuate variazioni del tono dell’umore. La sindrome premestruale colpisce le donne in età fertile (dal 20 al 40 per cento). Generalmente, la sindrome è più accentuata nei dieci giorni che precedono il ciclo mestruale, tende a peggiorare con il passare dei giorni, per scomparire gradualmente nel momento in cui arriva la mestruazione.
Sintomi della sindrome premestruale
Molti sono i sintomi (di natura fisica, psicologica e comportamentale) che si manifestano subito dopo l’ovulazione, ma diversamente da donna a donna, sia per l’intensità sia per la presenza contemporanea di più disturbi. La sintomatologia può essere in alcuni casi talmente accentuata da interferire seriamente con le normali attività domestiche e lavorative. I sintomi che si riscontrano più frequentemente includono:
mal di testa, dolori pelvici, sensazione di gonfiore, ritenzione idrica con conseguente aumento di peso, dolore al seno, vampate di calore, comparsa di foruncoli, irritabilità, aggressività, variazioni del tono dell’umore, ansia, crisi di pianto immotivate, depressione, stanchezza, difficoltà di concentrazione, modificazioni dell’appetito, perdita della libido.
Cause della sindrome premestruale
Le cause all’origine dei sintomi premestruali non sono del tutto note: una parte della responsabilità nella comparsa dei disturbi è probabilmente da imputare ad una variazione dell’equilibrio ormonale, ma sembra comunque ipotizzabile che la sindrome premestruale sia il risultato dell’azione di fattori diversi. Alcune donne, per esempio, producono in eccesso l’ormone della prolattina, che causerebbe la ritenzione idrica e il dolore al seno. Prima del ciclo, inoltre, si verifica un meccanismo per cui si manifesta una maggiore tolleranza all’introduzione degli zuccheri, un processo che fa aumentare la voglia di dolci. E ancora, la mancanza della vitamina B6 (produttrice di serotonina), che spesso si riscontra nella donna prima della mestruazione, potrebbe spiegare la comparsa di un disturbo come la depressione.
Dismenorrea
Il ciclo mestruale doloroso, o dismenorrea, è caratterizzato da: dolore addominale (spesso molto intenso), mal di schiena e talvolta mal di testa, nausea e diarrea. Risultati di recenti ricerche hanno rilevato delle correlazioni tra l’intensità dei disturbi e alcune caratteristiche psicologiche della donna, che possono influire negativamente sui sintomi della dismenorrea amplificandoli. La dismenorrea può essere primaria o secondaria.
Dismenorrea primaria
Si manifesta in genere uno o due anni dopo la comparsa del menarca e scompare quasi sempre dopo la prima gravidanza. È legata ai cambiamenti ormonali dovuti ai cicli ovulatori e, in particolare, ad un’eccessiva produzione di prostaglandine (sostanze che provocano contrazioni spastiche e dolorose dell’utero). Nella dismenorrea primaria il dolore può manifestarsi qualche giorno prima dell’inizio della mestruazione e protrarsi fino ai primi tre giorni dall’inizio del flusso mestruale.
Dismenorrea secondaria
Insorge generalmente in età più tradiva rispetto alla primaria e può essere causata dalla presenza di una malattia organica degli organi sessuali femminili, per esempio l’endometriosi, un’infiammazione delle tube o delle ovaie, la presenza di fibromi e polipi dell’utero o del collo dell’utero.

La riflessologia plantare per stimolare correttamente il ciclo sessuale
La riflessologia plantare può essere un buon ausilio per affrontare questi disturbi andando a stimolare di riflesso tutte le componenti interessate o associabili ad esso.
C’è da dire che non in tutti i casi si può avere una risoluzione totale del problema (dipende dalla gravità) ma si è sempre riscontrato un miglioramento dei sintomi, sia nella durata che nell’intensità. L’importante in questi casi è sempre la costanza.
0 commenti