La Fascite plantare
La fascite plantare è una patologia che riguarda la fascia plantare che va a compromettere la corretta deambulazione con diversi gradi di dolorabilità specialmente a carico del tallone, ma non solo.
Ma prima di tutto vediamo che cos’è la fascia plantare.
La fascia plantare
La fascia plantare è formata da tessuto connettivo che origina a livello del periostio del tubercolo calcaneare e si inserisce sui tendini dell’avampiede.
Svolge le funzioni di sostegno dell’arco plantare e di ammortizzatore per la pressione esercitata sul piede durante il cammino o la corsa.
La fascia plantare agisce come una corda tesa che conferisce stabilità all’arco del piede ed è al contempo stesso in grado di assorbire gli urti e permettere flessibilità durante il movimento.
Queste strutture, come tutte le altre del nostro corpo, possono andare incontro a diverse problematiche tra cui, appunto, la fascite plantare.
Fascite plantare e altri termini usati
La ‘Fascite’ è un termine usato per descrivere l’infiammazione acuta della fascia e delle strutture limintrofe.
La parola ‘Fasciosi’ descrive invece la degenerazione non infiammatoria della fascia plantare, di solito in fase avanzata per processo patologico.
Infine sotto la locuzione ‘fasciopatia plantare’ si è inclusa sia la fase infiammatoria del breve termine (fascite), sia la degenerazione a lungo termine (fasciosi).
Perchè si manifesta la fascite plantare
La fascia plantare subisce le sue problematiche principalmente grazie a microtraumi che in seguito portano a una reazione infiammatoria: quindi l’infiammazione non è alla base della patogenesi.
La fascia planare subisce cambiamenti strutturali nella zona di inserzione sul calcagno dove vengono spesso riscontrati ispessimento e degenerazione dei tessuti. La problematica è quasi sicuramente multifattoriale, che possono essere aggravati da una biomeccanica anormale e una guarigione non ottimale dei microtraumi. Tra i diversi fattori si possono includere l’età, il peso, intrappolamento di nervi, disfunzione biomeccanica, ma anche la tipologia di sport praticato, le calzature usate, lo stile di vita in generale e il lavoro svolto.
E come
La maggior parte delle persone con questo problema presenta dolore al tallone che si sviluppa insidiosamente, la localizzazione tipicamente è sul calcagno e può irradiarsi nell’arco del piede. Il dolore tende a peggiorare la mattina o dopo un periodo di riposo, con il massimo disagio durante i primi passi ma che va a migliorare durante la prosecuzione del cammino. Quasi sempre peggiora a fine giornata. Ovviamente la diagnosi è di competenza medica, spesso clinica ma l’ausilio delle radiografie, ecografie o risonanze può confermarla o escluderla.
Alcuni muscoli contratti possono provocare la fascite plantare?
Alcuni ricercatori affermano che alla base della problematica della fasciopatia plantare vi sia una tensione del gastrocnemio (muscolo gemelli). Infatti hanno trovato un’associazione importante in diversi studi controllati. La rigidità del muscolo in questione aumenta la tensione del tendine d’Achille, aumentando così la tensione della fascia plantare durante le attività di carico.
Le terapie per la fascite plantare
Si hanno diverse opzioni terapeutiche , sia di trattamenti conservativi (fisioterapia, massaggi, esercizi, tutori, farmaci), che tra quelli chirurgici. Il percorso di cura conservativo risulta efficace nel 80/90% dei casi con un importante riduzione del dolore, ma il 10% almeno necessità di trattamenti più invasivi. L’obiettivo del trattamento conservativo è quello di diminuire il dolore nella fase iniziale e successivamente, promuovere la guarigione dei tessuti molli andando a ripristinare l’arco di movimento (ROM) delle strutture coinvolte e il rinforzo muscolare.
Alcuni studiosi hanno proposto delle priorità di intervento, dalle prime sei settimane a dopo sei mesi/un anno. Le opzioni iniziali includono sopratutto stretching, l’utilizzo delle terapie manuali, bendaggi etc.
Stretching
Un trattamento efficace è rappresentato dallo stretching della fascia plantare e del tendine di Achille. Confrontando lo stretching della fascia plantare con quello al tendine d’Achille, è risultato che entrambi hanno migliorato il dolore al tallone. Un maggiore sollievo è stato fornito dagli allungamenti specifici sulla fascia plantare. Ad oggi, esiste un alta evidenza che lo stretching del polpaccio, con allungamenti aggiuntivi per la fascia plantare, rappresenta con molta probabilità la scelta primaria nel trattamento conservativo.
Terapia manuale
Sul campo della terapia manuale, altri dati confermano l’efficacia sul dolore e sul ROM, con trattamenti quali il massaggio trasverso, lo stretching per il gastrocnemio/soleo e la terapia manuale diretta alle articolazioni del piede-caviglia, soprattutto se applicati assieme. Le manipolazioni e le tecniche di rilascio neuromuscolare, le mobilizzazioni dei tessuti molli (massaggi, frizioni, rilascio miofasciale, ecc) risultano efficaci e di grande utilità; inoltre il trattamento delle contratture, aggiunto a un programma di stretching rivolto alla fascia plantare e al polpaccio, risulta superiore nel breve termine rispetto al trattamento con solo stretching.
La riflessologia e i massaggi per la fascite plantare
Il trattamento della fascite plantare non rientra specificatamente nell’ambito riflessologico ma un riflessologo può comunque, con le tecniche mirate di manipolazione dei tessuti che sono comuni anche al trattamento riflessologico, essere d’aiuto proprio perchè lavora sui piedi e le sue strutture. I conseguenti benefici del trattamento sono poi certamente l’esito di un buon equilibrio tra manipolazioni della parte infiammata e il riequilibrio generale dovuta alla stimolazione riflessa. Lo stesso vale per il massaggio, come abbiamo visto, con le giuste tecniche (rilascio muscolare e distensivo) può certamente aiutare alla riduzione o scomparsa del problema. I due approcci abbinati assieme aumentano naturalmente la loro efficacia.
Successivamente, o a volte in contemporanea, alle altre tecniche manuali e assolutamente indicato rinforzare i muscoli coinvolti e la fascia plantare.
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