Si fa presto a dire mal di testa o cefalea, ma di che tipo di mal di testa o cefalea si sta parlando?
Infatti la International Headache Society (IHS) nell’ultimo aggiornamento elenca più di 200 varietà di mal di testa che possono essere differenziate l’una dall’altra sulla base di storia del sintomo ed esame fisico. Tale elenco ha però il solo scopo di categorizzazione. In questo breve articolo ne prenderemo in considerazione solo qualcuna.
Che cos’è la cefalea?
Con il termine cefalea tecnicamente si definisce un dolore localizzato a livello del cranio, provocato dalla stimolazione di strutture intracraniche sensibili al dolore.
Un po’ di storia…
Pare che Il primo riferimento scritto riguardante il mal di testa, emicrania e nevralgia compaia nel Papiro di Ebers, nel periodo della XVIII dinastia egizia (circa 1550 a.C.).
Un altro documento lo troviamo nel 400 d.C. dove Ippocrate descrisse quali sono i disturbi della vista associati al mal di testa, Areteo invece ci ha fornito una delle prime vere e proprie classificazioni del mal di testa, intorno al 200 d.C. Da questi ritrovamenti è inevitabile arrivare alla conclusione che la cefalea è un disagio che ci accompagna costantemente fin dal’antichità, e che tutt’ora colpisce una grande quantità di persone.
Chi colpisce la cefalea?
Tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo sofferto di mal di testa. La cefalea è, ad oggi, uno dei disturbi dolorosi tra i più comuni al mondo; affligge circa il 47% della popolazione mondiale. Risulta essere mediamente più frequente nel sesso femminile, mentre la fascia d’età più colpita è quella tra i 18 ed i 50 anni, periodo in cui è presente con tutta probabilità un alto carico di lavoro e di responsabilità familiari. Sembra inoltre che ci sia una correlazione tra il lavoro a turni e l’aumento del rischio di soffrire di mal di testa.
Nella pratica clinica si distinguono due macrocategorie:
Le cefalee primarie
Le cefalee secondarie.
Nel primo caso si parla di mal di testa che non deriva da altre condizioni mediche, bensì rappresenta esso stesso la patologia. Per quanto riguarda le cefalee secondarie, esse sono la manifestazione di una patologia di diversa natura.
È impossibile, a causa del numero molto alto di tipologie elencate, affrontare tutte le cefalee ad oggi segnalate. Le cefalee secondarie, in particolare, sono state divise in 10 gruppi, divisi a loro volta in 56 sottogruppi ed ulteriori casi specifici all’interno di ogni sottogruppo.
Roba da far venire il mal di testa, appunto.
Emicrania
L’emicrania è un tipo di mal di testa ricorrente, spesso molto debilitante, Il dolore è riferito come una fitta, spesso pulsante, ed è associato a sintomi neurovegetativi, per esempio nausea, ed anche a ipersensibilità a luce e rumore
Caratteristiche
La localizzazione del mal di testa, diversamente da ciò che si crede comunemente, non è poi così fondamentale per categorizzarlo come emicrania. Come succede in quasi tutti i tipi di cefalee, il dolore dell’emicrania parte solitamente nella zona della nuca e si diffonde poi nella zona frontale o temporale. Questa localizzazione non deve trarre in inganno, poiché tra i sintomi dell’emicrania possiamo trovare tensione dei muscoli della nuca e dei muscoli della masticazione.
L’emicrania diventa cronica quando il mal di testa si presenta per almeno 15 giorni al mese, per almeno 3 mesi consecutivi.
Cosa si può fare?
Ci sono varie metodologie che si possono utilizzare, anche vedendo la gravità della situazione. Al di fuori del trattamento farmacologico attuate in casi cronici e particolari.
La terapia per la gestione del dolore, sport aerobici di resistenza, tecniche manipolatorie di rilassamento muscolare, soprattutto preventivo. La terapia manuale è risultata essere efficace tanto quanto il trattamento farmacologico, ma che presenta molte meno controindicazioni. In generale, i migliori risultati si sono visti nell’utilizzo di più tecniche combinate nello stesso trattamento.
Cefalea tensiva (CEFALEE PRIMARIE)
La cefalea tensiva, o muscolo-tensiva, è il tipo di cefalea primaria più comune e, più in generale, il secondo disturbo più frequente al mondo.
Il dolore è solitamente moderato (a cerchio o a casco), di tipo sordo (sensazione di pressione); raramente è accompagnato da ipersensibilità a luce o rumore. I sintomi sono meno severi e meno debilitanti rispetto a quelli dell’emicrania, risulta quindi meno problematica ma, allo stesso tempo, più difficilmente diagnosticata.
La principale caratteristica che permette di individuarla è la forma in cui si presenta il dolore. Viene normalmente riferita una sensazione di pressione, di costrizione, come di una “fascia” o di un “cappello” che comprime la testa, o anche di un grosso peso che schiaccia testa e/o spalle. Vediamo quindi che il dolore viene descritto come se provenisse dall’esterno, a differenza di quello dell’emicrania, che viene descritto come proveniente dall’interno.
Cefalea a grappolo (CEFALEE PRIMARIE)
La cefalea a grappolo fa parte del gruppo delle cefalee che coinvolge il nervo trigemino. Tali cefalee sono scatenate da una attivazione atipica del nervo in questione e dell’ipotalamo, che insieme producono questo quadro clinico. Si tratta di disturbi molto poco frequenti: la cefalea a grappolo, con un’incidenza stimata del 0.1%, è la capostipite di questa categoria. Il suo dolore è molto intenso, a tal punto da essersi “guadagnata” il soprannome di “cefalea da suicidio”.
La peculiarità di questo disturbo è che i “grappoli” si ripropongono, tendenzialmente, sempre nello stesso periodo dell’anno.
Per ridurre la frequenza degli attacchi della cefalea a grappolo si propone l’utilizzo di tecniche di rilassamento muscolare e di respirazione profonda, oltre alle azioni volte al miglioramento dello stile di vita (attività fisica quotidiana, regolarizzazione dei ritmi sonno-veglia).
Cefalea cervicogenica (CEFALEE SECONDARIE)
La cefalea cervicogenica fa parte delle cefalee secondarie, ed è un mal di testa la cui origine è da ricercarsi nella zona cervicale, in particolare nelle articolazioni, nei muscoli, nei legamenti, e più in generale nei tessuti molli, Spesso chiamata anche mal di testa occipitale, è il sintomo persistente che più frequentemente si presenta a seguito di trauma della colonna cervicale, come ad esempio il colpo di frusta.
Come da definizione, l’origine del dolore è da attribuirsi alle strutture cervicali. Il dolore, però, non solo origina dal movimento del collo, ma anche peggiora a causa di esso; ci sono poi altri elementi che peggiorano il sintomo, come il mantenimento di una postura cervicale anomala, o l’applicazione di pressioni esterne sulla zona cervicale o sulla zona occipitale dal lato dolorante.
I medicinali non sono efficaci nel trattamento della cefalea cervicogenica. La terapia antidolorifica viene utilizzata principalmente sotto forma di iniezioni locali,
Viene proposto l’esercizio terapeutico di rinforzo delle zone cervicale e scapolare; le tecniche passive più utilizzate, invece, sono la manipolazione o la mobilizzazione del tratto cervicale. Secondo alcuni studi recenti, risultano efficaci anche le tecniche decontratturanti.
Cefalea da disordini dell’ATM (ARTICOLAZIONE TEMPORO-MANDIBOLARE)
Secondo la letteratura in campo dentistico, esistono molti casi di mal di testa causati da disfunzioni dell’articolazione della mandibola. I sintomi sono dolore ai muscoli della testa e del collo, funzionalità mandibolare limitata, dolore dell’articolazione temporo-mandibolare.
La cefalea causata da disordini dell’ATM presenta sintomi simili a quella di tipo tensivo, ed è importante distinguerle accuratamente. Se la disfunzione dell’articolazione temporo-mandibolare viene scambiata per una cefalea primaria, il paziente cercherà di trattare la cefalea, senza affrontare l’origine del sintomo. Bisognerà quindi ricercare le cause all’interno dell’articolazione, alcune tra le più comuni sono bruxismo, trauma, alterazioni strutturali dell’arcata dentale.
Le terapie per le cefalee
E’ vero che l’elenco qui proposto è molto parziale ma possiamo comunque affermare quali sono le migliori strategie da mettere in atto.
Le strategie di trattamento attivo (come un programma di esercizio terapeutico) sono ideali per il miglioramento dello stato di salute generale del paziente. E anche per il rinforzo di determinate aree muscolari.
Il trattamento passivo (come la terapia manuale) è uno strumento utile soprattutto nei pazienti con cefalee legate a disturbi muscoloscheletrici. In generale però, come accennato prima, la combinazione di terapia manuale ed esercizio terapeutico risulta essere la miglior strategia, porta infatti grandi miglioramenti in termini di dolore, funzione, qualità della vita e soddisfazione del paziente, sia nel breve che nel lungo termine.
Nell’ambito del massaggio abbiamo quindi la possibilità di usare diverse tecniche che possono aiutare nella gestione di questi disturbi e nella loro prevenzione, che possono essere sia le mobilizzazioni che un lavoro sulle contratture. A queste tecniche si aggiunge a buon diritto la riflessologia plantare capace di essere efficace in tante tipologie di cefalee, sia di quelle che abbiamo parlato sia di altre che non sono entrate in questo piccolo elenco, dove può lavorare più in profondità e per di più senza intervenire nella parte dolorante.
0 commenti